Anche quest’anno la Pro Loco di Quero, in collaborazione con la Biblioteca dell’Unione dei Comuni Sette Ville, ha mantenuto fede alla tradizione locale nell’organizzare il rogo della Vecia, riproponendo il film Brusalavecia 2010, girato a Quero ed a Venezia, con la regia di Doriano Dalla Piazza, l’assistenza di Fulvio Mondin ed il montaggio di Fabio Perla; il film racconta le vicende della Vecia (Clara Zanin), costretta a scappare dalla Casa di Riposo alla ricerca del ‘cesso’ per ‘farla’ in libertà. In aiuto gli viene Mokkio (Bruno Bagatella), che per tutelare gli ultimi ‘cessi de cane, tole e foratoni’, diventerà Governatore del Veneto superando all’ultimo voto Toni Taia nelle elezioni regionali, dopo un avvincente crescendo che si fa beffa delle moderne tecniche di persuasione elettorale. Con un gran finale, che passa da Mokkio Governatore in tuta verde che arringa i veneziani sul Canal Grande da palazzo Ferro Fini, alla Vecia che fugge verso la libertà sul profilo dei prati di Cilladon in una fresca alba di febbraio. Nell’occasione, per la prima ed unica volta, sono state viste le scene più divertenti degli ‘attori’ impegnati in favolose improvvisazioni duori dal copione ufficiale.
Non annunciato nei manifesti, ma a conferma che il rogo della Vecia a Quero riserva sempre qualche irripetibile sorpresa, Doriano ha tirato fuori dal cilindro un ‘testamento’ di stretta attualità, relativo alle dimissioni dell’Assessore Alberto Coppe, fornendo finalmente ai Queresi la verità, che riportiamo in sintesi. Infatti, i dipendenti del comune di Quero, per vendicarsi della giunta comunale che aveva scambiato il pensionamento di un dipendente con la festa della liberazione, hanno (e non si sa per quale motivo) preso di mira e distrutto il mitico Vespone di Alberto Coppe, appena restaurato. Disperato per il danno subito, e non riscontrando traccia degli autori del misfatto, Coppe dava il via alle indagini scoprendo come nell’auto del Sindaco vi fosse il ben di Dio per poter fare a pezzi una Vespa: punte, scalpelli, martelli, trapani, demolitori, ecc. Riuscito ad infilarsi di nascosto dal portellone posteriore del furgoncino grigio, con gli attrezzi sotto la giacca pronti per essere portati nel laboratorio delle analisi dell’Ospedale per verificare se vi fossero ancora tracce di vernice del suo mitico Vespone, Coppe veniva scoperto dal Sindaco, riuscendo tuttavia a venir fuori dall’impiccio con un’invenzione incredibile: quegli attrezzi gli servivano per scolpire una Vespa di marmo a memoria del suo Vespone. In un crescendo di reciproci dispetti e sospetti, con la ‘casela de la malta’ e quel che vi sta dentro (punte, martelli, mazzuoli e trapani) sempre dentro alla macchina del Sindaco e ritenuti da Alberto il corpo del reato, il testamento termina con la più classica delle quartine:
“Coppe…
al Municipio el ghe gira sempre intorno
sicuro di mettere le mani un giorno
sugli attrezzi che Sante cen in te la casela
par tornar in comun co le ciavi in scarsela”
Per finire in bellezza, grande rogo della Vecia, nel parcheggio del campo sportivo. Il fuoco è diventato padrone di una enorme catasta di legna sovrastata dalla Vecia con la scopa in mano, illuminando a giorno l’intero piazzale. Poi, per i bambini, caramelle e cioccolato, mentre ai più grandi la frasca Pro Loco ha offerto vin brulè, the, cioccolata calda, porchetta e tanti buoni dolci.
L’attesa ora è per il prossimo anno, e che i poeti, attori, registi, notai e quanti altri dal ‘testamento della Vecia’ vogliano trarre ispirazione, diano libertà alla fantasia, per l’appuntamento del 2012.